22/12/08

WHAT GOES ON

- Frequenze Fast Reviews -

Wave Pictures - Instant Coffee Baby
2008 - Moshi Moshi


Inizialmente accattivanti, perdono qualcosa ad ogni ascolto. E alla fine rimangono lì, fra il Jonathan Richman meno incisivo e l'eco lontano di un brit pop (Suede, Pulp) che sembra aver lasciato ben più di qualche segno su questi ragazzi. Si comincia bene: Leave the Scene Behind è azzeccata e i colori freddi dell'assolo di David Tattersall (chitarra e voce) aiutano a dare un tono sfacciato e seducente. Il problema è che l'approccio non sempre accompagna a dovere l'intenzione dei brani. C'è groove, per carità, ma è spento da secchiate di note sbilenche, che non portano mai al dunque e tolgono parecchia energia invece di donarne. Tattersall, un musicista che ama stare al centro della scena, ha velleità da crooner che qualcuno dovrebbe placare: immaginate un ugola intonata ma sotto colica intestinale. Probabilmente basterebbe una voce un pò meno dolorante ad accompagnare il piglio scarno di questo trio per sfornare un disco dalle doti più durature. E' un vero peccato: un grande potenziale, vuoi per colpa, vuoi per limite, per adesso, scarsamente sfruttato.

(Mp3) The Wave Pictures - Leave the Scene Behind


James Hunter - The Hard Way
2008 - Hear Music

&
Alice Russell - Pot Of Gold
2008 - Differ Ant


James Hunter è un quaranteseienne che per diversi anni (nei '90) fu la prima chitarra della formazione di Van Morrison e che lo stesso Morrison oggi definisce "la perla più nascosta dell'odierna Inghilterra". La passione per il blue-eyed soul e per i grandi del genere (Cooke, Redding, etc), esplode in The Hard Way, un omaggio ad un periodo di storia musicale americana che Hunter ama profondamente. Il risultato è, nè più nè meno, un album di quell'epoca. Consigliato allo stesso modo è anche il nuovo lavoro di Alice Russell, Pot Of Gold, sponsorizzato e prodotto da Quantic (Will Holland) e dalla indipendente Tru Thoughts, l'etichetta in testa della scena soul/futurejazz/downtempo inglese. Il soul, in questo caso è bagnato in acque funk e jazz e si esprime attraverso le pennellate vocali della Russell che, personalmente, ritengo essere una delle migliori ugole in circolazione al momento. La cover di Crazy di Gnarls Barkley, ormai inflazionata, qui trova nuove motivazioni fortemente gospel. Da brividi. Se volete un disco che accompagni il buonumore dell'imminente viaggetto Natalizio (se siete così fortunati da potervelo permettere), eccolo qua.

(Mp3) James Hunter - The Hard Way
(Mp3) Alice Russell - Crazy (Gnarls Barkley Cover)


Crystal Stilts - Alight Of Night
2008 - Slumberland (Uk)


Più ascolto dischi del genere più rinnovo l'importanza di Lou Reed e John Cale nell'attuale produzione musicale. Il gruppo più differente degli anni sessanta (i Velvet Underground) ha il merito di aver influenzato un filone di musica che è partito da lì (e ha dato da subito l'80% del totale) e si è sviluppato fino ad oggi, attraverso grossi quantitativi di "visioni" di vita reale, ispirando in ultimo proprio questa, fra la noia e la gioia, dove la desinenza -ia, sta a dimostrare che qualcosa in comune fra le 2 cose c'è, eccome. Qualche anno fa lo avrebbero chiamato semplicemente shoegaze. I poster in camera, come dicevo, sono indubbiamente quelli dei Velvet Underground. I santini in macchina hanno le facce dei Mary Chain. L'ugola di Brad Hargett porta Ian Curtis a fare un giro per le vie di Brooklin. Se amate Raveonettes e Glasvegas, Alight OF Night è un altro buon modo per ascoltare cosa succede al pop quando è filtrato da montagne di delay.

(Mp3) Crystal Stilts - Shattered Shine


Don Cavalli - Cryland
2008 - Everloving


Il blues travalica ogni genere, non è musica, è un vero e proprio linguaggio universale. Don Cavalli è un trentacinquenne parigino con un'anima che sta altrove. Un cajùn in lande elettriche. Ci sono esperienze emotive distillate nel wah-wah delle sue chitarre, qualcosa che ha a che fare con il lato oscuro dell'umana esistenza, sparato in aria colorata e psichedelica. Ciò che differenzia Cavalli da un normale blues-man, è un feeling che va oltre il suono. Come se tirar fuori la miseria dal proprio animo fosse qualcosa di trascendente. Una purga dell'io, un modo per cantare i propri guai e così liberarsene. Uno dei pochi dischi in cui il blues è vera energia e gioia totale. La copertina rende l'idea: una Cry Land (terra di pianto) non è mai stata così colorata.

(Mp3) Don Cavalli - Aggression

Video: Don Cavalli - I'm going to a river

1 commento:

Eazye ha detto...

con un po' di ritardo... ma sono perfettamente d'accordo con il tuo pezzo...

una precisazione Pot Of Gold, questa volta é stato prodotto da lei stessa e da TM Juke.

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