10/11/08

THE JIM JONES REVUE LP

- Frequenze Reviews - Recensione n. 101/08

2008 - Punk Rock Blues

Princess & the Frog
Hey Hey Hey Hey
Rock n Roll Psychosis
Fish 2 Fry
512
Another Daze
The Meat Man
Make It Hot (mp3)
Who's got Mine?
Cement Mixer (mp3)


Periodi come questi, dove la musica vede vacche dalla magrezza funerea, uno non sa più bene dove sbattere la testa. Nella giungla del già sentito ci sono cose che si ascoltano comunque con maggior piacere, sorprese che mettono a proprio agio.
E' il caso di questo esplosivo debutto della Jim Jones Revue. Qualcuno si ricorderà senz'altro gli inglesi Thee Hypnotics (o forse i Black Moses più recentemente, meno conosciuti però), un ensemble di guaglioni rock/blues specializzato in lavori sporchi, che si è ritagliato un pezzo di notorietà nei primi anni novanta soprattutto con una doppietta di Ep (Live'r than God) + album (Come Down Heavy) da brividi. Una mazzata coi fiocchi alla vena creativa degli Hypnotics arrivò con il serissimo infortunio del batterista, che si ruppe la schiena in un incidente durante un tour. Di lì in poi, in tutta sincerità, il gruppo perse parecchio, facendosi dimenticare in fretta. Jim Jones era il leader, l'urlatore, un bluesman bianco con la voce alterata da cocktail quotidiani a base di tabacco e droghe (un benamato clichè..). Quando ho letto il suo nome in un trafiletto di un giornale, questa estate, e della probabile uscita di un disco tutto suo, ho pensato che, qualsiasi cosa avesse intenzione di fare, doveva per forza essere rinvigorente per il mio fisico e le mie orecchie. Così è stato. Dieci tracce registrate live in analogico in soli due giorni, sature come toner di stampanti in disuso. Amplificatori al massimo e segnale perennemente in rosso. L'improvvisato quadrilatero Mc5, Sonics, Jerry Lee, Elvis, ha trovato in questo disco una sostanziosa area. Dentro c'è la New Orleans di Huey Piano Smith sparata da un cannone ad onde soniche, uno show di Little Richard ascoltato con una radio anteguerra, gli urli di Gerry Roslie e le moine di Lux Interior incise con la delicatezza di uno scalpello.
Guardate la copertina: ecco cosa succede ad un piano nuovo di zecca quando passa sotto le grinfie di Jim Jones. Vuoi impressionarci Jim? Per quello basta la foto sul retro (qui sopra a destra). Sei un cazzo di maniaco, spero di non incontrarti mai dopo le 10 di sera..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Disco del 2008 ?

Anonimo ha detto...

si... cd del 2008!

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