
Quando il disco incontra il libro. E non parlo dei reparti “musica” delle librerie, carichi di volumi che raccolgono lyrics, e nemmeno dell’ultima autobiografia della rockstar di turno che sguazza nell’autocelebrazione di se

Non vi è dubbio che le prove più convincenti provengano da mostri sacri del “songwriting”, menestrelli e cantastorie già avvezzi per definizione al racconto.
Questi artisti, che sembrano ribellarsi ai tempi del radio edit, cercano nuove vie, nuove valvole di sfogo per la loro creatività, trovandosi così ad esplorare campi espressivi sconosciuti, nella naturale prosecuzione del loro lavoro. Così, vagando tra gli scaffali della nostra libreria preferita,

Un po’ più in la, sulla destra, potremmo imbatterci ne E l’asina vide l’angelo prima letteraria, per ora unigenita, di Nick Cave, che racconta la storia di un ragazzo muto e ritardato in un villaggio rurale nel profondo sud degli Stati Uniti. Il romanzo è valso al cantautore australiano grandi plausi di critica e pubblico, arrivando a scomodare paragoni con autori del calibro di Faulkner.
Posando questo volume potremmo, colpiti dal nome Phil Shoenfelt, raccoglierne un altro e trovarci a maneggiare Junkie Love, vincitore del Firecracker Alternative Books Awards nel 2002 e definito dal defunto Nikki Sunden come “Il miglior romanzo sull’eroina

Seguitando nel nostro vagabondaggio letterario, potremmo scoprire la singolare raccolta di racconti Alabama Wildman di Thurston Moore, oppure Fish & Chips di Pete Townsend, versi e prose su donne, amici e luoghi. Si potrebbe proseguire per ore, e scovare tanti altri nomi illustri, da Ani di Franco ad Elliot Murphy, da Suzanne Vega a Bhagavan Das, e come escludere da tale lista

E’ fortunatamente inevitabile, sfogliando questi libri, ritrovare la musica, le atmosfere e la vita stessa di questi autori, che conferiscono un carattere autobiografico a tutte le loro storie.
Gli esempi nostrani non mancano certamente, Guccini e Capossela, Vecchioni e Ligabue, che meritano però un discorso a parte.
Rispetto agli autori stranieri infatti producono, salvo qualche eccezione, opere di tutt’altro spessore, attribuendo alla produzione italiana un’accezione dilettantistica, al pari di comici e calciatori che, sfruttando unicamente il loro nome, sommergono gli scaffali di carta senz’altro utilizzabile in modi migliori.
Matteo Armillotta
1 commento:
Richard Hell - "Come Dio"..ma non ancora letto..
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