"Jim"
2008 - Warp
1. Another Day
2. Wait For Me (Mp3)
3. Out of My System (Mp3)
4. All I Wanna Do
5. Little Bit of Feel Good (Mp3)
6. Figured Me Out
7. Hurricane
8. Green Light
9. Where D'You Go
10. Rope of Sand
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Jamie Lidell Myspace
Jamie Lidell ha seguito, fino a oggi, un percorso ben definito, scandito dalle sue stesse scelte, dal suo modo di porsi, una storia formata da tre capitoli musicali. In "Super Collider" (capitolo uno), Jamie è un personaggio che manipola la propria voce e la usa come risorsa principale per esperimenti di ingegneria spaziale. Le sue corde vocali, la sua lingua, le sue labbra sono, di volta in volta, un synth, una batteria, un insieme di suoni e melodie messe a disposizione dell'amico dj Christian Vogel e del progetto elettro/robotico denominato, appunto, Super Collider. Spazio, 1999.
In "Multiply", secondo capitolo, Vogel e Lidell dividono le loro strade per i relativi progetti solisti, Jamie è il Soul-Man del secondo millennio, animo black contaminato dal proprio estro elettronico. "Multiply" è un album post-soul, che tocca tutti i fan di Jamiroquai, di Prince, di Marvin Gaye, li riunisce e li stordisce con invenzioni live da brividi (Guardare per credere). Quello sul palco è un essere ibrido composto da cellule di Motown impiantate in un computer della nuova generazione. Wow.
Oggi, la svolta. Il terzo capitolo della saga Lidelliana, l'album intitolato "Jim", non comincia con "...In una galassia lontana lontana", come molti si aspettavano, bensì con un semplice "C'era una volta". Siamo in un'epoca passata, fatta di gioia di vivere, uccellini che cantano, sole e alberi fioriti. Siamo dentro ad un "Motownesco" parco a tema, dove un enorme statua di Stevie Wonder vi sorride, e pupazzi con le facce di Otis Redding e Al Green vi regalano popcorn danzando insieme a voi il brano Northern Soul sparato dagli altoparlanti dorati.
Lidell sembra volersi allontanare dalla sua parte più robotica, sviscerando quella porzione di anima ancora non corrotta dai chip di un computer, tornando indietro nel tempo, fra le melodie-gospel di "Another Day", il Wonder-Funk di "Little Bit of Feel Good" e l'amorevole mid-tempo di "Green Light". L'essere ibrido di cui parlavo prima è tornato uomo: carne, sangue, anima e classe da vendere. Ci sono Prince e Otis Redding nell'indiavolato stomp di "Hurricane", Al Green nelle armonie di "All I Wanna Do", Ben Folds negli accordi di piano di "Wait For Me". L'unico vero punto di contatto fra "Multiply" e "Jim" sembra essere il sintetico incedere di "Figured Me Out", dove grasse bolle di synth esplodono al contatto con l'aria mossa dalle percussioni che accompagnano il brano.
Quindi siete avvertiti: troverete in "Jim" uno stiloso compagno di avventure solo quando il vostro spirito sarà libero dai condizionamenti elettronici che questo tempo impone. Forse, in una calda giornata estiva, quando, su una spiaggia isolata, una leggera brezza vi sfiorerà il viso e il pensiero di aver dimenticato il cellulare sul tavolo di casa vi strapperà un inaspettato quanto piacevole sorriso.
In "Multiply", secondo capitolo, Vogel e Lidell dividono le loro strade per i relativi progetti solisti, Jamie è il Soul-Man del secondo millennio, animo black contaminato dal proprio estro elettronico. "Multiply" è un album post-soul, che tocca tutti i fan di Jamiroquai, di Prince, di Marvin Gaye, li riunisce e li stordisce con invenzioni live da brividi (Guardare per credere). Quello sul palco è un essere ibrido composto da cellule di Motown impiantate in un computer della nuova generazione. Wow.
Oggi, la svolta. Il terzo capitolo della saga Lidelliana, l'album intitolato "Jim", non comincia con "...In una galassia lontana lontana", come molti si aspettavano, bensì con un semplice "C'era una volta". Siamo in un'epoca passata, fatta di gioia di vivere, uccellini che cantano, sole e alberi fioriti. Siamo dentro ad un "Motownesco" parco a tema, dove un enorme statua di Stevie Wonder vi sorride, e pupazzi con le facce di Otis Redding e Al Green vi regalano popcorn danzando insieme a voi il brano Northern Soul sparato dagli altoparlanti dorati.
Lidell sembra volersi allontanare dalla sua parte più robotica, sviscerando quella porzione di anima ancora non corrotta dai chip di un computer, tornando indietro nel tempo, fra le melodie-gospel di "Another Day", il Wonder-Funk di "Little Bit of Feel Good" e l'amorevole mid-tempo di "Green Light". L'essere ibrido di cui parlavo prima è tornato uomo: carne, sangue, anima e classe da vendere. Ci sono Prince e Otis Redding nell'indiavolato stomp di "Hurricane", Al Green nelle armonie di "All I Wanna Do", Ben Folds negli accordi di piano di "Wait For Me". L'unico vero punto di contatto fra "Multiply" e "Jim" sembra essere il sintetico incedere di "Figured Me Out", dove grasse bolle di synth esplodono al contatto con l'aria mossa dalle percussioni che accompagnano il brano.
Quindi siete avvertiti: troverete in "Jim" uno stiloso compagno di avventure solo quando il vostro spirito sarà libero dai condizionamenti elettronici che questo tempo impone. Forse, in una calda giornata estiva, quando, su una spiaggia isolata, una leggera brezza vi sfiorerà il viso e il pensiero di aver dimenticato il cellulare sul tavolo di casa vi strapperà un inaspettato quanto piacevole sorriso.
"Another Day" Video:
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