26/02/08

DIRTBOMBS - " WE HAVE YOU SURROUNDED"

- Non si divertono fino a che non ti vedono piangere -

1. It's No Fun Until They See You Cry
2. Ever Lovin' Man (mp3)
3. Indivisible
4. Sherlock Holmes
5. Wreck My Flow
6. Leopardman At C&A (mp3)
7. Fire In The Western World
8. Pretty Princess Day
9. I Hear The Sirens (mp3)
10. They Have Us Surrounded
11. Race To The Bottom
12. La Fin Du Monde


Etichetta: In The Red - 2008
Ascoltate tutte le tracce >>>QUI<<<

Dirtbombs Myspace

“Non si divertono fino a che non ti vedono piangere”. Questo il titolo del brano che apre “We have you Surrounded”, quinta fatica dei Dirtbombs, un titolo che la dice lunga sul cosa aspettarsi. Per inciso: chi legge si dimentichi subito le sviolinate indie tanto care ai gruppetti in voga adesso. Pongo, Peggy e i cucciolotti, Mick Collins, se li mangia a colazione.
Tanto per capire, ascoltatevi subito “Leopardman at C&A” (qualcuno conosce la Graphic Novel di Alan Moore?) o “I Hear the Sirens” e capirete che siamo sui livelli di “Dangerous Magical Noise” o “Ultraglide in Black” se non, in questo caso, addirittura al di sopra. Andate avanti. In men che non si dica, cadrete nel lurido garage di un maniaco di Detroit ("It’s not fun until they see you cry", “They have us Surrounded”). E mentre tenterete di uscire dal tunnel di fuzz in cui vi trovate, una forte luce vi investirà: è l’enorme faro di un treno intitolato “Ever Lovin’ Man” che fischia un potente “Yeeeeeeehhhhh” (ascoltare per credere) lungo la galleria scura e sulle fiancate porta la scritta SOUL a caratteri fiammeggianti. Che mi venga un colpo se il macchinista non è Otis Redding.
Se i dieci secondi di intro di batteria che dividono dall’attacco di “Indivisibile” danno la possibilità di ricordare dove ci si trova e cosa si stava facendo prima di spingere Play, ciò che segue, insieme a “Wreck my Flow” e “Race to the bottom” sono invece tre distinti episodi che richiedono un ragionamento. Cosa diavolo hanno in mente? Non lo capirete se non al secondo/terzo ascolto totale del disco, quando, passati già una decina di volte dai 7/8 pezzi migliori (tra cui anche “La Fin du Monde”, un omaggio non sappiamo quanto volontario agli F.F.F.) vorrete cercare un significato anche dove, fino ad allora, non lo avete trovato. Risposta: nessun significato recondito, vi stanno, molto semplicemente, prendendo in giro. Fra coretti che sembrano presi dalla “Trommeltanz” di George Kranz ('Indivisible'), casse in 4, piatti in levare (‘Wreck my Flow’ e il suo banale incedere) e otto minuti e venti di Noise puro e semplice (‘Race to the Bottom’), Mick e soci si prendono una spassosa vacanza di un quarto d’ora, seduti di fronte a voi mentre vi guardano e ridono. I Dirtbombs sono anche questo. Un gruppo che in dieci anni è passato attraverso ben 17 diverse line-up pur mantenendo la stessa struttura di base; signori che passano tranquillamente dal puzzo del più infimo bar di Detroit al lusso della croisette di Cannes (vedi colonna sonora di “Lo Scafandro e la Farfalla”) portando sulla faccia la stessa identica espressione; gente che, fondamentalmente, per indole e spirito non vede l’ora di mandare tutti, musicalmente, a farsi fottere. Quindi è il caso di accettare le sperimentazioni puramente edonistiche dei nostri senza tante storie e con lo stesso piglio irriverente. In fondo, chissenefrega, con un semplice gesto basta passare alla canzone dopo, no?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ragazzi la verità è che non sbagliate un disco.Io so che ciò che vedo qua è sicuramente qualcosa di interessante.Non che sui Dirtbombs ci fossero dubbi..

aleFranch*n* ha detto...

Grazie come sempre per le belle parole.E' questione di avere gusti convergenti,penso.
Ciao

aleFranch*n* ha detto...

La chitarra della terza traccia ti taglia piano piano un pezzo alla volta......

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