30/12/18

I MIGLIORI ALBUM DEL 2018

- Frequenze Best of 2018 -



Compilare i Best Of di fine anno è una missione rischiosa,
pericolosa, difficile, al limite del possibile.
E soprattutto inutile.
Ma qualcuno dovrà pur farlo.
Siamo consapevoli che ormai solo tre persone su cento ascoltano
un album dall'inizio alla fine. Si, forse due.
Nessuno? Può essere.
Ed è proprio questa ottimistica affermazione che ci spinge a farlo. Beh, questa affermazione e il fatto che lo facciamo ormai da così tanto tempo che ormai non aspettiamo altro.
Forse potrete leggere di meno in questo blog
rispetto al passato durante l'anno
...ma il best alla fine...cazzo, no.
Quello lo leggerete sempre.



ALE FRANCHINI


NU GUINEA // NUOVA NAPOLI
Provateci voi a portare il folklore della vostra città in cima alle classifiche più influenti d'Europa. Forza.


SKEE MASK // COMPRO
Il tedeschino è stato l'unico artista dell'anno in grado di portarmi davvero in un'altro posto. 


MILDLIFE // PHASE
Sono parecchio sorpreso del fatto che questo album non sia stato adeguatamente recensito e sviscerato se non da piccole testate come  MOJO, The Guardian, BBC Radio 6 Music, The Express, DJ Mag, Resident Advisor, Worldwide FM, Dummy e Indie Shuffle.
Non è vero, in realtà sono incazzato nero.


KHRUANGBIN // CON TODO EL MUNDO
Un vero bolero di emozioni. Con il culo nel deserto e lo spirito ad Oriente.


A.A.L. // 2012 / 2017
C'è il funk, la cassa in 4, caldi campionamenti soul e melodie rassicuranti, distanti dal Nicolas Jaar che siete abituati a conoscere. Insomma: "sta mano po esse fero e po esse piuma: oggi è stata piuma".


GAZ COOMBES // WORLD'S STRONGEST MAN
Forse incompreso, forse solo trascurato, il buon Gaz ha spiegato un saggio di cantautorato rock a 3600°.


WOLF MULLER & NIKLAS WANDT // INSTRUMENTALMUSIK VON DER MITTE DER WORLD
Moderno manuale di esotismo musicale, costruito da un numero eccezionale di precussioni e altri strumenti legati al folklore, suonati in armonia per riaccendere instinti primordiali.




DENI

Quest'anno ho avuto un grosso problema con le voci femminili e il pop anni '80.
Non so, sono in un periodo della mia vita in cui il primo Vacanze di Natale e Moonlight Shadow sono diventati intoccabili.
Forse è solo un'operazione-nostalgia del mio cervello. Fatto sta che va così. A questa presa di posizione che ha fortemente condizionato  i miei ascolti, ho alternato momenti R'n'b tendenti all'elettronica, sfociati spesso nell'house, un genere con cui mi diverto ancora parecchio, in tutte le sue varianti.
Le chitarre, che sono da sempre l'aria che respiro, hanno affittato una cameretta vicino al mio intestino, da cui escono poco. Sto vivendo una sorta di stitichezza rock che non so dove mi condurrà. Ma la vivo bene. Aspetto purghe naturali. Ho di recente riscoperto la musica italiana, forse aiutato da agenti esterni e ne sono molto felice. Stiamo vivendo un ottimo periodo, che mi rende orgoglioso. Navigare per spotify e Bandcamp in cerca di autori italiani è incoraggiante e rincuorante. Peccato che poi per comprare i dischi veri debba andare su amazon...non ho più negozi vicino e questo mi toglie tutta una meravigliosa parte di chiacchere con i venditori, una fetta di vita che ho sempre avuto e difeso, ma che deve necessariamente fare spazio ad altro.
D'altronde i tempi parlano al nostro posto.
Una volta si andava al bar. Adesso si apre il portatile. Adeguarsi o invecchiare.
Farò entrambe le cose, con la massima ferocia possibile.
All'anno prossimo.


ALBUM

NU GUINEA // NUOVA NAPOLI
L'esperimento con il repertorio di Tony Allen aveva aperto il cielo.
Qua l'hanno illuminato. Discone.

IDLES // JOY AS AN ACT OF RESISTANCE
Partiamo da un concetto: titolo più bello dell'anno. Concetto numero due: a me la voce così scazzata fa cagare. Concetto tre: quando sono riuscito a bypassare il concetto due ed unirlo al primo ho realizzato. A livello di "punk con un senso" siamo ad un grado di power totale.

DJ KOZE // KNOCK KNOCK
Vario. Piacevole. Fra i "Dj qualcosa" è quello che ho preferito.

ROSALìA // EL MAL QUERER
CIAO proprio. Discone "etnico" dell'anno. Alla Sony hanno scoperto di avere una succursale in Spagna grazie a lei.

TUNE-YARDS // I CAN FEEL YOU CREEP INTO MY PRIVATE LIFE
Stavo per dimenticarlo. Ma solo perchè è uscito i primi di gennaio del '18. Un disco movimentato e bellissimo, che ho letteralmente consumato durante i miei viaggetti in macchina.
Belle melodie, rimandi tribali alla Byrne, beat eighties, battimani e...battipiedi. Un disco vivace e positivo, come piace a me.

CHRISTINE AND THE QUEENS // CHRIS
E' il primo disco che mi è venuto in mente dopo aver pensato a Tune-Yards, forse per un certo appeal pop. Uno mi ha accompagnato nella prima parte dell'anno, l'altro da ottobre in poi. Ho quattro pezzi di questo album che risentirei in loop 300 volte senza stancarmi.

TRACEY THORN // RECORD
E con questa chiudo la paturnia anni '80. Ogni volta che sento la sua voce un brivido attraversa la base della mia schiena. Non credo sia tradimento farsela con una voce. O perlomeno, credo che mia moglie non sia gelosa.

GAZ COOMBES // WORLD'S STRONGEST MAN
Disco maturo. Io con questo tizio ci son cresciuto. Quando lui faceva l'idiota anche io lo facevo. Poi qualcosa è cambiato. I Supergrass si sono sciolti, il tempo è passato e adesso sembra che quest'uomo non abbia più bisogno di altro se non di sé stesso.
Questo lavoro mi ha stupito tantissimo. C'è tanta costruzione, tanta maestria, esperienza, gusto. Una personalità forte e strutturata. Chapeau.

PAUL WELLER // TRUE MEANINGS
Non amo i dischi lenti. E qui ci sono 4 brani/pippa che schippo a prescindere. Ma gli altri...
Se devo consigliare un disco lento quest'anno, è proprio questo, che oltretutto ho comprato in versione libretto deluxe. La copertina parla da sola: "Il tuo è culo coglionazzo, la mia è classe".

JACK WHITE // BOARDING HOUSE REACH
Fate un disco così, poi ne riparliamo.
Lo stile di White è come un cartello luminoso che vedi da mille chilometri.
Boarding House Reach è un viaggio verso territori immaginifici che, ai tempi, solo certi P-funkers toccarono. La prima volta che è passato dalle mie orecchie ho traballato. In realtà è solo una vacanza verso altri posti della sua mente.
Eccheccazzo, lunga vita.

RICCARDO SINIGALLIA // CIAO CUORE
Per la prima volta sono stato indeciso fino all’ultimo su quale lavoro italiano scegliere per questo best. E questo è un gran buon segno. Così mi sono voluto riascoltare per intero i 3 titoli che avevo in testa. Alla fine Sinigallia ha vinto. Di lui puoi dire quello che vuoi, tranne che non abbia un taglio riconoscibile e solidissimo. Ciao Cuore è un lavoro speciale, che ha in “Che male c’è” una poesia di verità toccante.
Un applauso tutto mio.



COMPILATION

Alla Against All Logic del mio socio, più che meritevole di riguardi, voglio aggiungere un tocco di sporcizia analogica (si fa per dire), con una bella collezione di lavori di Joe Strummer.

Joe Strummer 001 è una raccolta voluta e assemblata da Lucinda Tait Mellor, vedova Strummer (insieme a Robert Gordon McHarg III, amico di famiglia) e raccoglie un piccolo universo di canzoni incise con diversi gruppi (dagli 101ers ai Latino Rockabilly War, fino ai Mescaleros) e in versione solista con e senza ospiti al seguito (Johnny Cash, Jimmy Cliff, Mick Jones).
A me è piaciuta un casino. E mi è arrivata in versione deluxe proprio prima di Natale, quindi sono in piena onda.
Per appassionati.



MENZIONE SPECIALE PER

  • Il suono di battera dei Khruangbin. Visto che li nomina il mio socio ne approfitto. La bassista è onesta, il chitarrista è un manico ma è pettinato malissimo. La batteria è il vero asso nella manica, il groove è sempre stato spaventoso. E poi lui mi ricorda Buddy Miles, anche solo per la stazza. Grande sound.
  • Neneh Cherry. Scelgo il suo “Broken Politics” come disco impegnato di quest’anno. Impegnato in tutti i sensi. Politico, consapevole, vero, ponderato, serio. Elettronica che sposa suono analogico con una produzione super-pro. Lei è la regina (madre) nera del 2018.
  • Tutte le canzoni che mi hanno accompagnato in questi 365 albe e tramonti. E sono tante. Il non dover acquistare certi album per avere le canzoni preferite toglie tanto alla musica, ma è anche di una comodità incredibile. Da una parte mi sento colpevole di un meccanismo che non apprezzo. Dall'altra mi tappo vigliaccamente gli occhi e procedo come tutti nel fluire del mercato.

SINGOLO DELL'ANNO

Lascio qui di seguito quello che fra i tanti singoli divorati e suonati, per i miei gusti, è, in assoluto, il più bel pezzo di quest'anno. 
Foxwarren, Everything Apart.
Un amore simile l'ho provato di recente solo per Nobody Speak di Dj Shadow, nel 2016, poi mai più nulla di così emozionante.
Ci sarebbero altri 3 o 4 brani, in verità, che quest'anno hanno sfiorato così a fondo la mia anima, ma non raggiungono questo.
Ho avuto il piacere di suonarlo in un paio di set per un piacere del tutto personale, senza che nessuno se ne accorgesse quasi...ed è la vera potenza di questo brano: sentito piano è una dolce carezza, sparato da due casse decenti fa tremare i muri.
A voi la scelta di come farsi raggiungere.



Il tempo per compilare queste righe è stato poco e certamente dimentico qualcosa. Pertanto mi riservo il potere di aggiungere materiale a questo post anche nei primi giorni del 2019. Non è per chi legge, che vivrà bene comunque, è solo per me.
Quando, nel 2100, rileggerò ogni singola riga di ogni anno dovrò essere certo di non aver trascurato nulla di ciò che ero.




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