09/06/11

FREQUENZE DEPRIMENTI

- Provocazioni ed istigazioni a delinquere a cura di Francesco Farabegoli -


WEGLIA PHUNEBRE! direbbe Dj Pikkio, il titolare di Radio Dio e/o una delle mie più grandi influenze. La playlist di questo giorno/settimana/mese tiene conto del fatto che la stagione estiva se n’è finita (ad interim) giù per il cesso e ha iniziato a diventare una questione puramente filosofica su cui si abbattono certezze pelose in forma di burrasche acquazzoni e scariche di pollini che ti ottundono il cervello e non concedono sviluppi al senso comune, da cui scoprire che l’espressione “giù per il cesso” richiama quasi direttamente l’idea di esistere all’interno di un vortice turbinante di acqua che scende giù. La WEGLIA PHUNEBRE PLAYLIST di questo giro, insomma, è dedicata stile macumba al concetto di estate incerta e acquazzone caldo o meglio ancora di SOLE CRUDO e si compone di soli dischi che ideologicamente potrebbero essere confezionati dentro un feto gommoso caramellato tipo quello che han tirato fuori i Flaming Lips l’altro giorno. Roba estremamente distorta o estremamente no, che ascoltiamo con la stessa attitudine (questa è usata, me la sto rivendendo) di un pesce pagliaccio che nuota rilassatissimo e ci prova con le tipe (con le tipe pesce insomma) in un acquario pieno di birra spumosa calda.

TORO Y MOI – CAUSERS OF THIS
L’ho visto l’altra sera dal vivo ed è stato (per quanto fichissimo) più negrophuturo e meno ottundente del solito assetto drugapulco che stava sul primo disco, e quindi lo celebro ripescando un disco dal passato remoto (tipo nove mesi fa, boh) che assieme a Neon Indian ha reso il glo-fi un’estetica di cui si potesse parlare a voce alta senza farsi venir voglia di porre fine alla propria vita.

CASA DEL MIRTO – ACAFULCRO
Stessa cosa di cui sopra ma un po’ più made in Italy. Il disco è molto figo e credo stia in streaming su Bandcamp, come del resto qualsiasi altra cosa hypnagogic pop che c’è toccato ascoltare nell’ultimo biennio, ma ha un titolo che ti mette in contatto con Dio e ti fa scoprire che Dio quando non scatena le sue ire sui pagani si rilassa, conversa amabilmente, prende droghe come tutti e porta i sandalini di plastica morbida tipo Jeff Lebowski.

Casa Del Mirto - Acafulcro


THE FLAMING LIPS (AND STARDEATH AND WHITE DWARFS WITH HENRY ROLLINS AND PEACHES DOING) THE DARK SIDE OF THE MOON
A me, come a quasi tutti gli ascoltatori di rock a caso, i Pink Floyd mi hanno sempre fatto vomitare. Una volta utilizzavo sempre un’opinione sui Pink Floyd che avevo trovato negli sconti all’A&O, cioè che in realtà mi piace davvero soltanto The Piper at the Gates of Dawn e piuttosto Syd Barrett solista e bla bla bla, ma tutto sommato io The Piper l’ho ascoltato tipo tre volte e non mi ricordo più come suona. Invece di Dark Side mi ricordo come suona abbastanza da dire che il remake integrale dei Flaming Lips più gente finita a caso in studio è abbastanza diverso – e ovviamente migliore. Una specie di Zaireeka al contrario, tipo.

The Flaming Lips - Money (feat. Henry Rollins)


THE FLAMING LIPS + PREFUSE 73 – S/T EP
La fase di stanca dei Flaming Lips è durata il tempo di quella ciofeca di At War with the Mystics (altro disco che non ricordo manco più come suona e per cui il termine ciofeca è speso gratis). Da Embryonic in poi sono ridiventati i principi (accento su una I a caso) di quel sottogenere di rock che di solito la critica chiama “fare il cazzo che voglio”. L’EP con Prefuse73 di recentissima pubblicazione è una raccolta di suoni psichedelici prodotti a caso senza beat e senza struttura e senza pezzi (non con pezzi deboli, proprio SENZA PEZZI). Possibile disco dell’anno, ovviamente.

I CANI – IL SORPRENDENTE ALBUM D’ESORDIO DEI CANI
Lo sleeper del 2011, il disco ita-indie-popponi che tutti amano o amano odiare. Musicalmente i Cani fanno cose di cui nel ’96 o ’97 pure i Soerba si sarebbero vergognati come dei –uhm- cani in salsa equo-e-solidale, ma hanno dei testi che parlano solo di facebook, di (non) rimorchiare al Circolo degli Artisti e film di Wes Anderson in un modo che quando li ascolti ti senti per un minuto dentro quella puntata di Community dove Abed gira un film su Cristo e tutti guardano le riprese urlando cose tipo “MAN, THAT’S SO META!”. A me in realtà fanno schifo anche i testi, ma i Cani hanno due motivi d’interesse assoluto: prima cosa usano una metrica molto strana e molto confidenziale che ti fa tifare per loro d’istinto, secondo ti fan venir voglia di dare una ripassatina a Gadda.
E basta, a ‘sto giro solo cinque dischi. Anzi no.

PONTIAK – COMECRUDOS EP
(l’unico titolo che fa finire ACAFULCRO nel dimenticatoio)

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