Dopo la bella serata del 09 agosto rovinata al suo culmine da problemi di vicinato (lo ammetto: non siamo esenti da colpe!) ritorneremo in consolle all'Approdo il prossimo venerdi in versione soft core. Tradotto significa meno cassa, più cuore. Vi aspettiamo dalle 22,30 in poi. Il poi dipende dal vicino!
Il record di 24 Hour Party People è salvo e intoccabile. I nove anni in attesa di distribuzione sul suolo italico sono difficili da battere. Ma cinque sono abbastanza per superare il limite della vergogna. Comunque (pessima consolazione) meglio tardi che mai. Cappello introduttivo doveroso per annunciare che finalmente anche nelle sale italiane è arrivato il piccolo capolavoro di Shane Meadows di cui vi abbiamo già detto tutto o quasi a più riprese. Oggi limitiamoci all'essenziale: This is England è uno straordinario racconto di formazione nell'Inghilterra thatcheriana supportato da una colonna sonora strepitosa per entrare nel mood del periodo: gli anni ottanta, la terza ondata ska, gli skinhead. Si passa dal malinconico pianoforte di Ludovico Einaudi alla splendide cover di "Please, please please..." degli Smiths per mano dei Clayhill, a "Louie Louie" dei Kingsmen. E poi c'è il battito tradizionale dello ska, il reggae, il soul con "Do The Dog" degli Specials e "Let's Dance" di Jimmy Cliff a identificare i gusti della variegata cultura skinhead, insieme ai pionieri giamaicani Toots And The Maytals a rivestire un ruolo di prim'ordine.
Non vi resta che aprire il giornale per scoprire il cinema piu vicino.
Collaborazione estemporanea tra Bon Iver&James Blake. Con una pistola alla bocca si ascolta molto volentieri. Giusto per trovare la forza di premere il grilletto. Speriamo sia finita qui, ed ognuno per la sua strada.
a precisa domanda risponde:
The worst gig I’ve ever played was…
Definitely in Italy. Some crap festival in Venice. The promoter gave a shit about our technical rider and the macho stage manager was constantly yelling at our (female) tour manager. Next time this happens, I won’t play. It’s not the audiences fault, they’ll think I’m a pussy or whatever. But if the production can’t supply what you need for a show the concert is gonna suck and I’m just not willing to try to make the best out of someone else’s fucked up situation again.
Terzo album in uscita per The Field, il produttore techno che piace tanto a chi non ascolta la techno. Disco quadratissimo e molto cerebrale. Come i precendeti, dategli tempo, e crescerà esponenzialmente.
Fermi immobili sdraiati all'ombra senza muovere un muscolo. Scalzi, gambe incrociate, birra ghiacciata sulla sinistra, ventaglio d'emergenza sulla mano destra. E' tutto perfetto. Manca solo la musica.
Nel profondo di un magazzino illuminato da luci al neon fuori Inn Road Gray a Londra c'è una tana sotterranea piena di dischi, tastiere vintage, apparecchiature di registrazione, manifesti hindi, ritagli di giornale. Avanzi effimeri di uno stile di vita bohemien. E' facile immaginare il profilo di chi perde tutto il senso del tempo laggiù, emergendone con lo sguardo allucinato e la barba lunga di una settimana. Queste sono le Contino Rooms, la base per Tim Holmes e Richard Fearless. Per celebrare al meglio il ritorno dei Death In Vegas abbiamo rovistato nel cassetto dei ricordi. In fondo, coperto di polvere c'era custodito un rarissimo documentario della BBC rimasto per anni nascosto e da pochi giorni reso pubblico dalla band su youtube. Allora Fearless non ne era convinto. Concordando i termini con la troupe di Channel 4, pretese di esplorare le influenze alla base di The Contino Sessions a scapito di tutto. Scelta del tutto controcorrente. Di solito al capitolo influenze l'artista medio tende ad irrigidirsi. Non loro. Personaggi schivi ma autentici fino al midollo.
0:37 Bloom 7:05 Daily Mail 11:18 Feral 14:48 Little By Little 19:56 Codex 25:40 Seperator 31:52 Lotus Flower 37:20 Staircase 42:35 Morning Mr Magpie 48:08 Give Up The Ghost Thumbs up so people can see.
Ok. Adesso cliccate PLAY qui sotto e mettete il repeat. Avrete l'istantanea di quando il pop sale di un gradino e diventa classe. Io dico miglior brano alt/pop dell'anno (meglio di così sarà difficile fare). Speriamo che i network radiofonici, per una volta, diano spazio al merito.
Il brano che nel 1969 tutti i grandi del rock avrebbero voluto scrivere per assicurarsi gloria eterna è uscito da un'oscura band del midwest che faceva dell'autoproduzione una necessità. Non più di 500 copie ne furono pubblicate. Troppo poche per arrivare (senza l'aiuto del web) alle luci della ribalta. E da allora questa lunga suite è rimasta custodita nel cuore di pochissimi fortunati. E, nonostante il web, ancora oggi potete ritenervi tali.
Come nastrone di fine estate recuperiamo un mixtape dell'anno passato realizzato dal blog Aquarium Drunkard: una miniera d'oro per gli amanti di psichedelia e folk. Naturalmente è presente anche il brano dei Top Drawer insieme ad altre gemme del passato e del presente.
Gal Costa ha realizzato il sogno di ogni artista: combinare una vena musicale radicale con il successo commerciale. Questa canzone, estratta dall'omonimo album, uscito nel 1969 in un Brasile stritolato da un regime militare oppressivo, venne scritta da Caetano Veloso durante l'esilio forzato in Inghilterra dopo essere stato espulso dal governo militare. Per questo è in inglese.
E come tanti altri esempi di tropicalismo, unisce belle melodie con testi avvolti in metafore. L'unica via lecita utilizzata dagli artisti per denunciare al mondo lo stato del Brasile.
Achtung, acthung bitte, venerdi prossimo (12 agosto) io e il mio socio Deni saliremo in consolle all'Approdo per girare quattro ore di bei dischi in totale relax ferragostano. La scaletta improvvisata prevede tutto quello che abitualmente ascoltate sia in radio che sul blog.
Vi aspettiamo carichi, e come sempre: fight for good music!
""This mix is not about my DJing. It's about London and fabric and nights out and my take on all that. The memories and the influences. I used old and new music, I used recordings of fabric, and I made new tracks of my own for it. I hope people play it fucking loud and lose their minds in it and remember or imagine what it's all about.""
Esiste un modo semplice per individuare un grande album pop? Risposta affermativa. Esiste.. Si vanno a contare i potenziali singoli di successo che contiene. Se vogliamo è brutale ma senza tanti inutili panegirici. E se sono almeno cinque abbiamo colto nel segno. Seguendo questo semplice metodo è altrettanto facile assegnare la palma di album pop per il 2011 all' esordio degli Holy Ghost! su DFA. Praticamente quasi tutte le tracce sono potenziali hit radiofoniche (di un universo musicale non controllato dal denaro). Come tarli che ti si piantano nel cervello e cominciano a scavare. Ascoltatevi ad esempio la quinta, scritta in ricordo dell'amico Jerry Fucks, batterista (tra gli altri) dei !!! (ed anche di The Juan McLean, Turing Machine, Maserati), scomparso nel 2009 in seguito ad un tragico incidente.
Al contrario per Nicholas Millhiser e Alexander Frankel il futuro è solido e luminoso; se non in proprio, alla mercè delle grandi star del pop.