30/11/10

DAVID LYNCH - GOOD DAY TODAY

- Frequenze Preview -

La notizia è di quelle grosse e siamo lieti di darvela in anteprima: David Lynch ha pubblicato un 12" con due canzoni. E si tratta di un debutto solista assoluto nonostante quella di Lynch per la musica sia una vecchia passione coltivata negli anni con discrezione. A partire dagli esordi come regista, co-firmando insieme ad Alan R. Splet la colonna sonora del primo film Eraserhead e, negli anni a seguire, collaborando con il fidato Angelo Badalamenti, fino ai più recenti Dark Night Of Soul con Danger Mouse e Sparklehorse e al mini Polish Night Music con Marek Zebrowski. Dicevamo due canzoni: la prima (Good Day Today) è un brano dance sorprendentemente incisivo e vivace per un over 60, mentre I Know svela influenze più morbide perdendosi in orbite rock. Oggi è possibile ascoltare per intero la prima e solo un'estratto di trenta secondi della seconda. Il singolo, che uscirà per l'etichetta indipendente Sunday Best di Rob Da Bank, è già disponibile in digitale da ieri su i-Tunes. Mentre è già possibile ordinare un doppio 12" in edizione deluxe assortito di remix: si tratta di un'edizione speciale disegnata dal geniale Vaughan Oliver (responsabile delle grafiche per degli album di Cocteau Twins, Pixies e altri della scuderia 4AD) e comprende anche una stampa firmata dall'artista, un cd con i brani del vinile e tutte le versioni digitali. Maggiori informazioni qui.

[ASCOLTA]

David Lynch - Good Day Today

David Lynch - I Know

29/11/10

EYE ON THE UNDERGROUND - Pt. 1

- Frequenze News & Reviews -
 
Foto: Francesca Sara Cauli per Frequenze Indipendenti

Nel sottobosco del tuo negozio di dischi.
Parte uno.


Our Broken Garden
Album: Golden Sea

Secondo lavoro dopo il discreto When Your Blackening Shows. Oggi non più sulle orme di Cat Power, bensì svolta piuttosto netta verso l'elettronica alla ricerca del paradiso fra Bjork e la Goldfrapp più intimista. Lento, ma per chi ama l'ambient sonoro descritto, piuttosto sostanzioso.

Imelda May
Album: Mayhem

Un gradino sotto a Love Tattoo (2009 - gran bell'album) ma pur sempre un gradevole mix fra blues, rockabilly e crooning jazz. La cover di Tainted Love sembra voler accontentare un pò tutti e, detta come va detta, serve più a qualche radio compiacente che a Imelda stessa.
Il resto è mestiere.
K-X-P
Album: K-X-P

I K-X-P arrivano dalla finlandia e costruiscono un piccolo gioiello di sapere e conoscenza: dai Neu! alla prima Acid House attraverso brani quasi tutti strumentali. 18 Hours (of love) e Pocket davvero sopra le righe. Ha la potenzialità di piacere a diverse categorie di consumatori, anche di diverse età.   
Qua la rece completa.
The Walkmen
Album: Lisbon

I Newyorkesi battono per la sesta volta. Qualitativamente eccelsi, continuano a scegliere un profilo basso evitando accuratamente il mainstream. Scelte che vanno ripagate con stima e rispetto. La ballad-title track Lisbon, Angela Surf City e Blue as Your Blood i momenti-cardine di un disco sorretto dalla sempre più allenata ugola di Hamilton Leithauser e dalle (in)consuete invenzioni a sei corde di Paul Maroon. Chi li apprezzava già, avrà un ottimo motivo per continuare a farlo. Per palati fini.



Kano
Album: Method to the Madness

Il grime ha compiuto passi da gigante in ambito pop risalendo i vicoli di Londra fino ai palcoscenici mondiali. Dizzie Rascal, Plan B, The Streets sono i portavoce da noi più conosciuti di questa corrente, ma ampliare gli orizzonti non è mai stato facile come ora: questo album di Kano, grazie anche alle collaborazioni con Hot Chip, Boys Noize e Chase & Status, offre una contaminazione piuttosto variegata (come da diktat del genere stesso) e si fa ascoltare sia sui dancefloor dei club, sia in casa propria, con estrema facilità. Poi (ma questo a titolo personale) il duttile rappato di Kano rimane una spanna sopra agli altri signori della covata.
Dan Michaelson and the Coastguards
Album: Shakes

Per i cultori di Bonnie Prince, Smog e co. questa potrebbe essere una bella scoperta. Voce bassa e calda, liriche fra il serio e l'ironico, Dan Michaelson è l'amico giusto per una passeggiata in relax e una bevuta al pub. Sconsigliato a chi è alla ricerca di groove: qui troverete solo la calma e l'intimità di un vecchio amico (o, meglio, un amico vecchio).
Soweto Kinch
Album: The New Emancipation

Unire il jazz all'hip hop è cosa ormai piuttosto comune da quando lo stesso Quincy Jones ammise il continuum spazio/temporale fra i due generi ("Hip Hop is the new Be Bop..."). Soweto Kinch rappresenta oggi la loro perfetta fusione. Un disco di classe: aspettatevi qualcosa tipo un Thelonious Monk o un Herbie Hancock prodotto da Madlib o degli Us3 più celebrali.

26/11/10

BRANDT BRAUER FRICK

"Elegantly minimal but also gorgeously sensual" Metro

"The result is an immersive, strirring experience" Mojo

"This is techno from the top drawer" Q

"It's like Steve Reich if he'd developed in Berghain" Dummy


Ascoltare il disco di Brandt Brauer Frick è veramente un’esperienza unica. Provenienti da studi jazz e classici, figli in egual misura del rigore e della ricerca i tre hanno dimostrato in modo empirico che esiste un connubio possibile tra il passato e il futuro prossimo, pensando bene di adattare le sonorità tipicamente acustiche ad un genere tendenzialmente sintetico quale la dance (loro consolidata passione comune). Il risultato è “You Make Me Real”, il primo album dopo una manciata di EP, dove una varietà incredibile di strumenti da “concert hall” quali piano, fiati e archi, si fonde alla perfezione con ritmi tribali e ipnotici perfetti per il “club”. Le nove tracce del disco si muovono in territori di elegante deep house, concependo un’elettronica suonata che rimanda al minimalismo tanto caro a Steve Reich quanto alla techno di casa a Detroit. Catalogare la musica di Brandt Brauer Frick risulta praticamente impossibile, rimanerne affascinati è invece un piacere consigliato.



Sicuramente non riusciranno a racimolare un seguito sufficiente da giustificare una turnèe in Italia. Ma vi assicuro: assistere ad un concerto cosi, magari in un teatro, dev'essere senza dubbio un' esperienza da ricordare.

25/11/10

IL VECCHIO DETTO DEI DENTI E DEL PANE

- Frequenze Double Live -


Foto: Francesca Sara Cauli per Frequenze Indipendenti

"Chi ha i denti non ha il pane"

FRIGHTENED RABBIT
Covo, Bologna, 13 novembre 2010

Sabato 13 novembre andiamo al Covo con la sensazione di essere in fase di riscaldamento per l’appuntamento del martedì successivo a Milano per i National. Non ci sono molte aspettative per il live dei Frightened Rabbit, solo l’intenzione di ascoltare un paio d’ore di onesta musica dal vivo, senza pretese d’eccessiva originalità. A distanza di una settimana, o poco meno, mi vien da pensare che chi non ha il pane ha i denti e viceversa. Il concerto ideale avrebbe fuso assieme la voglia e la carica del gruppo scozzese e le canzoni di Matt Berninger.
Di sicuro Scott Hutchinson, cantante dei Frightened, non si è risparmiato, già dal primo minuto, dall’apertura di Things, brano dell’ultimo album in studio, The Winter of Mixed Drinks. Confida, sudando per il caldo e per l’energia che sprigiona sul pur minuscolo palco del Covo, che in Italia c’erano già stati qualche anno prima, di fronte a dieci persone. La sera del 13 non c’erano le duemila dell’Alcatraz, ma almeno duecento di sicuro. Scott Hutchinson canta come l’Adam Duritz più ispirato e intenso, le due chitarre di Billy Kennedy e di Andy Monaghan crescono di volume e compattezza in Old Old Fashioned, dal precedente The Midnight Organ Fight, accompagnate dalla batteria del fratello di Scott, Grant Hutchinson, non certo raffinata, ma incalzante e coinvolgente. Il problema dei Frightened è che dopo mezz’ora si ha l’impressione di aver già sentito tutti i pezzi. Gli arrangiamenti, per quanto caratterizzino, sono fin troppo monocordi, la costruzione delle canzoni ripercorre sempre lo stesso copione, riuscito senza dubbio, ma alla lunga monotono.
Il pubblico, probabilmente per metà d’oltremanica, si lascia comunque trasportare, si scatena quando dal microfono si sente “è sabato, potete anche ballare”, come a sottolineare la voglia e l’esigenza di rendere il concerto una festa.
I due bis, The Twist e The Loneliness and the Scream, sono la degna conclusione di un live tutto sommato piacevole, tirato e pieno, Scott gronda di sudore ma sembra contento. Ci fermiamo a bere una birra, in fondo alla sala. Dopo mezz’ora li vediamo passare, strumenti ed amplificatori alla mano, e caricare da soli il furgone sul quale si spostano. Martedì, a Milano, c’erano due autobus immacolati solo per accogliere i cinque membri dei National, un Tir per caricare luci, schermo e strumenti del gruppo di Brooklyn. Nemmeno per staccare il jack dalla chitarra, si sono sporcati le mani. La differenza forse sta tutta qui. Chi ha il pane, chi ha canzoni che fanno gridare al capolavoro, si è dimenticato di cosa voglia dire guadagnarsi un palco con fatica ed entusiasmo, di cosa voglia dire sgombrarselo, quello stesso palco. Gli altri, quelli che lo stesso pane non riescono ad averlo, ci mettono tutto l’impegno per compensare mancanze compositive e l’entusiasmo di chi ha la consapevolezza di essere in ogni caso fortunati per il solo fatto di poter essere su un palco spoglio, di fronte a duecento persone soltanto.



Foto: Francesca Sara Cauli per Frequenze Indipendenti

"Chi ha il pane non ha denti"

THE NATIONAL
Alcatraz, Milano, 16 novembre 2010

L’appartamento in cui sono ospite dista solo cinque chilometri dall’Alcatraz. Nella mia ingenuità da bolognese in trasferta mi illudo siano pochi. A Bologna lo sarebbero. A Milano no. Ci metto ¾ d’ora di macchina, un’altra mezz’ora per trovare un parcheggio non a rischio di ritiro patente, pensando che tuttavia ne sarebbe valsa la pena. Il live dei National è l’evento che aspettavo con più ansia, quest’anno, e mi accollo, quasi contento, le code ai semafori, la pioggia fina fina in periferia, i bagarini che provano a spacciare biglietti come allo stadio, persino la birra a sei euro dentro il locale.
Alle 21e50, dopo la noiosa esibizione del gruppo spalla, The Phosphorescent, escono Matt Berninger e compagni nell’ovazione generale. L’attacco di Runaway fa pensare ad un gran concerto. Il suono sembra compatto, la sua voce persino più profonda che sull’album, più intensa. Il palco, molto ben allestito, con un telo sul quale passano immagini di nubi in movimento, le luci calde, adatte all’atmosfera, soffici.
Anyone’s Ghost smorza subito l’entusiasmo.
All’inizio promettente non è seguito un live altrettanto riuscito. Bloodbuzz Ohio, sicuramente uno dei brani più intensi dei The National è sembrato scarico, povero, poco ispirato. Sorrow, trascinata; al punto che il pubblico, appena Matt inizia a cantare, smette di accompagnarlo con le mani. Berninger vaga tra il microfono e la bottiglia di vino bianco dedicando lo stesso tempo ad entrambe le cose. Forse ha influito questo, o forse il missaggio dei suoni non certo impeccabile, forse il fatto che la sezione ritmica, basso e batteria, all’Alcatraz si sia persa in volume e carica.
Di sicuro le aspettative erano altre. I fratelli Dessner e Davendorf hanno suonato senza errori o scollature, ma hanno svolto il loro compitino da mediano già appagato dal risultato. Le oltre duemila persone presenti se ne sono accorte e la scarsa partecipazione emotiva non era dettata, come qualcuno ha scritto, da attenzione rispettosa e affascinata, ma piuttosto dalla mancanza di entusiasmo del quintetto sul palco.
La scaletta alternava brani da Boxer e da High Violet, con qualche incursioni nei primissimi lavori, come la bellissima Lucky You, proposta come primo bis della serata, e Cardinal song da Sad songs for dirty lovers, Abel e Mr. November da Alligator.
Il gran finale di Terrible Love, con Matt Berninger che scende dal palco e canta in mezzo al pubblico portandosi dietro il cavo del microfono è sembrata più una fuga verso il “tourbus” che un bagno di folla vero e proprio.
Usciamo sotto la pioggia sottile che a Milano sembra non voler smettere, con l’amaro in bocca per l’occasione persa. Ci si disperde in fretta e in silenzio. Certo, in questi due anni, i National hanno riempito festival e platee ben più importanti dell’Alcatraz, hanno accompagnato Obama nella sua trionfale tourneè presidenziale. Ed è proprio per questo che non riesco a giustificarli. Essere considerati Maradona comporta responsabilità, oltre che popolarità e stipendi con uno zero di troppo. Noia e appagamento non sono contemplati nel pacchetto.

Marco Spanghero

24/11/10

STILL MORE INDIPENDENT

- and hard to find -


Johnny Cash - God's gonna cut you down (Mondkpof plus de sommeil mix)
Black Strobe - I'm a Man (from Burn your own church)
Screamin' Jay Hawkins - I put a spell on you (TRRBO remix)

FLASH & THE PAN - WALKING IN THE RAIN

- Frequenze Old School Memorabilia -


Presumo, perchè ero ancora un bambino, che quando Grace Jones pubblicò il singolo Walking In the Rain si sapesse che si trattava di un rifacimento. E poi col passare degli anni, piano piano, la canzone cambiò lo status di cover in quello di classico. Come tutt'oggi è considerata, presumo, da tutti. Ma con l'aiuto di Who Sampled Who anche gli ultimi nodi vengono al pettine, e vi facciamo ascoltare la versione originale incisa due anni prima dai Flash & The Pan, un progetto discografico di Harry Wanda e George Young (ex Easybeats e primo produttore dei fratellini Malcolm e Angus.......si loro, gli AC/DC). Il pezzo suona di una modernità sconcertante per il 1978, innovativo tanto quanto i Silver Apples o i Suicide e quasi profetico nel ricordare il minimalismo che pervade le produzioni elettroniche attuali. Con il valore aggiunto di essere stato concepito in Australia, paese musicalmente emarginato e con le scene di riferimento sempre in costante ritardo.


(mp3) Flash & The Pan - Walking in the rain (1978)


(mp3) Frontera (aka Reverso 68) - Walking in the rain (2006) //buy here//

23/11/10

X X X

- Frequenze Cover -



(mp3) Gorillaz - Crystalized (the xx cover) BBC radio 1 live lounge

A SNAPSHOT OF MANCHESTER'S MUSIC

- Frequenze Photobook -


Manchester: Looking for the Light through
the Pouring Rain: Kevin Cummins
faber & faber / 400 pagine / 2009

Gli scatti di Kevin Cummins rappresentano alcune delle immagini più celebri della scena musicale di tutti i tempi. Al centro c'è la città di Manchester con la sua vivacità culturale, che ne ha fatto dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri una fucina di stili e tendenze musicali giovanili che si sono continuamente alternate, dai Joy Division ai primi passi degli Oasis, dalle testimonianze della Factory Records (la più importante etichetta discografica locale) alle schegge acide ed esagerate della Madchester degli Happy Mondays. Immagini ormai diventate icone, come quelle della serie “Arca” che ritraggono i JoyDivision su un ponte innevato nel leggendario quartiere di Hulme, hanno contribuito creare un amalgama inconfondibile tra Manchester e la sua musica, proiettando verso l’esterno visioni talvolta romantiche, talvolta violente, creative o dark ambientate negli suoi spazi post-industriali, davanti ai suoi muri di mattoni scuri, sotto i suoi cieli spesso gravidi di pioggia. Questo mix di immagini della città e della sua storia musicale è accompagnato da saggi e interviste firmati da Paul Morley, Stuart Maconie, Gavin Martin, John Harris e altre firme prestigiose della rivista NME.


DONNE NUDE

- Frequenze News -


I fondamenti della disco music (dancefloor/tette&c.) portati all'eccesso (musicale soprattutto). Fra i tanti risultati possibili (In Flagranti docet), anche questo. Per una mattinata Tech-Core.




L'angolo dell'anziano: i Prodigy facevano questa roba, con più classe, già anni fa. Ma non se li è cagati nessuno. Con tutto il rispetto, senza tette non si va da nessuna parte.

22/11/10

THE LIMINANAS

- Frequenze News -


Devo ammetterlo: sono incappato sul loro myspace per puro caso, cercando tutt'altro. Forse anche perchè non mi aspettavo nulla di che, sono rimasto colpito dalla mistura di suoni proposta da questo duo francese (Marie e Lionel Liminana). Gainsbourg, Gianfranco Reverberi, Velvet Underground, e, riferimenti recenti, il David Holmes più cinedelico, Stereolab e, perchè no, Go-Team. Insomma un pop psichedelico coi fiocchi, cantato per lo più in francese, costruito su echi sessantosi e idee fra l'acido e il delizioso.
Dedicato a tutti quelli che (in tema di Stereolab) hanno da poco scoperto che Not Music mantiene in pieno la premessa/promessa del suo titolo...
Album omonimo (foto sotto - cliccate qua per ascoltare la preview da i-tunes) uscito ufficialmente su Trouble in Mind (etichetta di chicago), qualche giorno fa, il 9 novembre. Mi auguro che prima o poi arrivi in Italia; diversamente, gli interessati sanno che i web-store più celebri (Amazon & Co.) colmeranno l'eventuale lacuna. In ascolto il brano Funeral Baby.

  The Liminanas - Funeral Baby by frequenzeindipendenti 


20/11/10

NATA SOTTO UN ALTRO SEGNO

- Frequenze Old School -



Il 1978 è un anno che resterà scolpito nella memoria di molti: in via Fani un commando delle Brigate rosse rapisce e uccide Aldo Moro e i suoi uomini di scorta, Peppino Impastato viene assassinato dalla mafia, Sandro Pertini diventa il Presidente della Repubblica, Antonello Venditti incide "Nata sotto il segno dei pesci". Ma gli accordi originali appartengono a "Crimson & Clover" scritta a novembre del '68 da Tommy James e lanciata in tutto il mondo solo nel '69. L'anno seguente arriva l'immancabile versione italiana per mano di Patrick Samson con il titolo di "Soli si muore" e in futuro verrà ripresa anche dai Velvet Underground (Ride into the sun) e da Joan Jett. Sarei curioso di sapere chi prende i diritti d'autore sul pezzo di Venditti ma conoscendo la S.i.a.e. posso già immaginarlo. Allora, lanciamo un'appello ai parenti di Tommy James: fate uno squillo a Roma che pe' i conti ce sta lo zio Antunello.....

(mp3) Tommy James & the Shondells - Crimson and clover

19/11/10

HOW TO DRESS WELL

- Frequenze fast review -

Prima e ultima volta (escludendo Kekko, autorizzato a scrivere qualsivoglia cosa) che su queste pagine si parla di glo-fi o chill-wave. Finora abbiamo resistito a tutto, Washed Out, Neon Indian, Toro Y Moy, stoici nel dedicare il poco tempo a disposizione ad ascolti - de gustibus - meno transitori. Abbiamo dribblato attacchi incrociati, decapitato amici contagiati, seminato recensori seriali, ma la stoccata mortale è arrivata dritta dritta al petto per mano di Tom Krell, un ragazzo tedesco studente di filosofia e blogger a tempo perso. E come spesso accade è cominciato tutto dal web, sotto traccia, caricando canzoni sotto il moniker di How To Dress Well, poi raccolte in tre ep e di seguito nell' album Love Remains (Lefse Rec.). Tom possiede un talento vocale indiscutibile, una voce incantevole che emerge limpida e calda dal guazzabuglio sonoro tipico del genere e si mette a disposizione di atmosfere non facili da decifrare: soul rareffatto, r'n'b spezzato, electro pop unito a piccoli ritagli che a tratti potrebbero ricordare un certo Burial, i Sigur Ròs, il glitch-pop. Densi quadretti ambient da ascoltare in silenzio, rilassato dopo una dura giornata di lavoro, per sentirsi più strafumato di narghilè degli sciecchi di tutto il medioriente.

18/11/10

BLACK DISCO EDUCATION

- Frequenze Label -


Se la disco music non è un genere morto e sepolto arrovellato sui soliti clichè lo si deve ad etichette come la DFA, l'Italians Do It Better, l'Eskimo, la Permanent Vacation per ultima la Blackdisco. Sentite qua che roba!



(mp3) Abel - Round in circles

THE ELECTRIC PIANO UNIVERSE

- Frequenze Movie -


IVORY TOWER (Canada, 2010) regia: Adam Traynor; sceneggiatura: Adam Traynor, Celine Sciamma, Chilly Gonzales; montaggio: Pauline Gaillard; musica: Chilly Gonzales, Boys Noize; dialoghi: Tiga; interpreti: Chilly Gonzales, Tiga, Peaches; produzione: Gonzopiration Inc; coproduzione: Schmooze – Premiere Heure; lingua: inglese; durata: 75’.

TRAMA
La storia di Hershell e Thadeus, fratelli scacchisti, e della loro rivalità nel gioco e in amore. Hershell, il figliol prodigo, è un purista della scacchiera, mentre Thadeus gioca con metodo e disciplina per essere il migliore. Hershell torna a casa dopo quattro anni errabondi in Europa, passati a inseguire il «Jazz Chess», il gioco degli scacchi fine a se stesso, ridotto a puro movimento, senza vincitori né perdenti. Nel frattempo, Thadeus è diventato campione canadese di scacchi, ha raggiunto il successo finanziario e si è fidanzato con Marsha, l'ex ragazza di Hershell. Deluso dalle sue aspettative (il Jazz Chess non attira l'interesse né gli investitori che aveva sperato) e desideroso di riconquistare Marsha, Hershell sfida Thadeus a misurarsi con lui al campionato scacchistico che sta per iniziare…

Sono tante le personalità contrastanti che animano lo spirito bizzarro di Gonzales; Chilly per gli amici. C'è quella del pianista classico fresco di guinness, detiene il record di concerto più lungo in piano solo (27 ore di fila a Parigi l'anno scorso nel 2009), c'è il crooner alticcio da nightclub inamorato dei classici, il rapper sboccato e sporcaccione, e c'è quella del clubber incallito. Un'ecclettismo che evidenzia la ricchezza e la varietà della sua ispirazione, e l’originalità compositiva che segue continuamente il suo ideale musicale, arricchito di volta in volta dalle nuove esperienze personali e gli incontri artistici. Ultimo quello con Alex "Boys Noize" Rihda per la produzione del nuovo album “Ivory Tower” che fa parte di un progetto molto ambizioso: è la colonna sonora del film in cui il canadese ha investito molto dalla sceneggiatura, alla produzione, ma anche al suo ruolo al fianco di Tiga. La colonna sonora si muove tra euro-pop e electronic disco barocca e opulenta a la Discovery (Daft Punk) per farla breve. Gonzales ci propone un disco bello e ispirato, aiutato dal “savoir-faire” ritmico di Boys Noize, anche lui in un registro diverso dal solito, più maturo e pacato. Tra i brani da ricordare “Knight Moves” con un beat disco malinconico completato da voci e corde, la frenesia di “I Am Europe”, il rap sopra le righr di “Never Stop”. E per concludere, la straordinaria immediatezza pop di “You Can Dance”, dalla prossima settimana in heavy rotation sulle nostre frequenze.


(mp3) Gonzales - You Can Dance

17/11/10

FUZZ ON YOUR FACE

- Frequenze News -



Fuzz Face

Secondo (ottimo) singolo ufficiale su Tru-Thoughts che anticipa l'uscita di "270 Stories", nuovo album del collettivo inglese Belleruche. Date un occhio al video, una figata: è una elaborazione analogica e digitale delle circa 4500 fotocopie delle facce dei tre componenti, fatte in uno store di East London in un solo pomeriggio.
I Belleruche possono risultare una bella sorpresa (anche se in fin dei conti sono al terzo album) per tutti quelli che non disdegnano il soul elettronico up e down tempo. In poche parole se amate Alice Russell (guarda caso altra artista Tru-Thoughts) o la Roisin Murphy appena-post-Moloko, sicuramente non rimarrete delusi.

DETONAZIONE BOOGIE

- Frequenze Song -

Kraak & Smaak
Dynamite 
(K&S Boogie Funk Version)

In free download per un gradito scuotimento di glutei.

Prego, cliccare QUI

MANDO DIAO - ABOVE AND BEYOND

- Frequenze News -


Mando Diao
Mtv Unplugged - Above and Beyond

Registrato a Berlino il 2 settembre di quest'anno, segue di circa un anno l'uscita del B-Sides-Best The Malvolence of Mando Diao. E' in uscita (anche se in alcune nazioni europee è già nei negozi..) sia come Dvd sia come cd (e doppio cd). Qui trovate l'elenco dei brani. La riuscita è quella di un (quasi) best acustico con alcune versioni meritevoli di una lode. Tipo questa:

16/11/10

ILLUSIONE SU MISURA

- Frequenze Curiosity -



Brusspup è il re delle illusioni. Il giocoliere di spazi e proporzioni. Come Mysterio nei fumetti dell'Uomo Ragno. Questa, in particolare, sembra fatta su misura per Frequenze Indipendenti (vedi logo usato per banner nostra trasmissione-radio FM).
QUI troverete il dietro le quinte di questo filmato e QUI una seconda versione, ma se volete farvi un viaggio spaziale visitate il canale Youtube di questo piccolo "genio del normale".

14/11/10

MAESTRO - A WAR ZONE

- Frequenze Preview -

"this is amazing, thanks!" James Holden

"love it. for club play, the club mix or raoul k. for home the original tracks." Twitch (Optimo)

"great stuff. love the raoul k remix.." Ivan Smagghe

Per riparare alla vecchiaia del mio socio esibita quasi con orgoglio nel post precedente ed inaugurare al meglio la settimana ci vuole qualcosa di speciale. Quindi ci giochiamo subito l'asso presentandovi una novità di altissimo livello. I Maestro sono un trio, nuovo iscritto al sacro ordine della no wave danzereccia, per 2/3 francese e 1/3 scozzese che debuttano sotto l'etichetta di Joakim (la Tigersushi) con un Ep che sta facendo parlare e vi farà ballare grazie alla maestosità della titletrack A War Zone. Un pezzo sui generis che, partendo da percussioni africaneggianti, sale arrichendosi di elementi ritmici fino a perdersi in un vicolo di distorsioni estemporanee, per poi uscirne alla grande grazie ad un fiorire di cori dall'andatura baggy ed un finale elettroacustico al miele. Stra-to-fse-ri-co! La b-side Devils, invece, riprende i dettami ma sceglie il lato oscuro della forza. Da segnalare e scaricare c'è il remix di Mr. Raoul K che spinge in direzione tropicalista, rallentando ed allungando: un bel viaggione di otto minuti.

(mp3) Maestro - A war zone (mr.raoul k remix)

13/11/10

RUMER - SEASON OF MY SOUL

- Frequenze News -


Dopo averlo ascoltato, non posso che segnalarlo. Adesso capisco perchè Burt Bacharach l'abbia voluta conoscere personalmente. A cavallo fra Karen Carpenter a Carole King, un personale omaggio all'easy listening soul di fine '60/primi '70. Sul serio, da sciogliersi.


12/11/10

THE (NEXT) SUMMER OF LOVE

- Frequenze Special Preview -

Gruff Rhys - Shark Ridden Waters
Produced by Andy Votel
Hotel Shampoo
February 14th 2011

L'UOMO CHE HA INVENTATO I MASSIVE ATTACK & C.

- Frequenze Book -

L'ULTIMO DEI MOHICANI
Tutto quello che esiste ma che non potete credere che esista nel mondo della musica rock e dei suoi seguaci (più o meno) appassionati

di Maurizio Blatto

Castelvecchi Editore
collana: Le Torpedini
240 pagine
15 euro

Backdoor, Torino: siamo aperti. A cosa? Grossomodo a tutto. E a tutti. In particolar modo a quelli che davvero non pensavate potessero esistere. E invece esistono, sono il variopinto circo di clienti – più o meno occasionali, più o meno appassionati, più o meno folli – di uno storico negozio di dischi specializzato in vinile e intento a vivere l’amore per la musica dall’altra parte della barricata: un luogo talmente vero e talmente incredibile da essere più pop di un coretto dei Beach Boys. Ecco, allora, sfilare il piastrellista devoto al funky e alle donne di colore, l’audiofilo sorpreso dalla moglie con uno stereo in un appartamento affittato di nascosto e l’uomo che ha inventato i Massive Attack. Per non parlare dell’immigrato slavo che voleva morire sotto la sezione reggae, dell’indomabile Sentimentalista o del fan degli Alarm con documenti compromettenti per la FIAT…gente strana? Se la pensate così, non vi siete mai trovati di fronte a quei clienti che, incerti su cosa comprare, hanno chiesto: “Ma Che Guevara ha fatto più niente?”.

Backdoor si trova a Torino in Via Pinelli 45

11/11/10

SPREMUTA DI TERRORE

- Frequenze Cult Movie -

« Nell'oscurità di un futuro passato / Il mago desidera vedere /
Un uomo canta una canzone tra questo mondo e l'altro /
Fuoco cammina con me »



Non staremo qui, oggi a raccontare tutta la storia di Twin Peaks. Per quello ci sta Wikipedia, io neanche la ricordo bene. Ma per risvegliare incubi di gioventù sopiti da tempo ho trovato questo filmatino che in meno di due minuti raccoglie tutte le scene più agghiaccianti della serie televisiva diretta da David Lynch e Mark Frost.

10/11/10

L'ESSENZIALE

- Frequenze Curiosity & Design -

Interessante l'idea del designer Gaphic Nothing nel ridurre in punti colorati quattro arci note copertine (completano la serie New Order e Nirvana). Per l'esattezza 144 puntini colorati: il minimo per poterle riconoscere. Ma il vero capolavoro per cui vale veramente la pena investire 28 sterline è QUESTO. Tutte le stampe sono numerate e firmate dall'autore.

09/11/10

"BASSE" INTENZIONI

- Frequenze News -



There's No Fucking Rules, Dude

ESSERE N.E.R.D (NON E' FACILE COME SEMBRA)

- Frequenze News -


Rapidamente:
Un paio di hit stra-radiofoniche e da ballo: PARTY PEOPLE e HOT'N'FUN
Una hit da sesso spinto: HYPNOTIZE
Il miglior pezzo "The Doors updated from a black man": HELP ME (CA-PO-LA-VO-RO)
Il miglior pezzo "Power of slo-funk": GOD BLESS US ALL
Il miglior pezzo "soul meets politically (s)correct": IT'S IN THE AIR

Questo per introdurre.
Continuiamo con una bella notizia: Pitchfork li distrugge. Quattropuntouno. Attaccandosi al meraviglioso (forse si, forse no) passato Neptuniano. L'ennesima conferma che è sempre più facile dare 9 ad un disco di rumori di pollaio spiegandone i contorti risvolti socio-musicali piuttosto che sporcare la propria fedina concedendo approvazioni ad un disco pop.
Facciamo così, mi prendo la responsabilità: Nothing è un bel disco pop. Di quelli che parlano ad una larga scala di orecchie (grossa dote). Di quelli dove il talento, la classe e il gusto sono messi al servizio dell'intrattenimento (la musica nasce per questo, non dimentichiamocelo), cosa che ben pochi dischi possono vantare di avere.
Ps: per i rumori di pollaio, esistono anche le fattorie e gli agriturismi. Chiedere ad Herbert.

08/11/10

KRAAK & SMAAK feat SEBASTIAN - DYNAMITE

- Frequenze News -


Prima di ascoltare questo nuovo singolo di Kraak & Smaak (a breve in uscita su Jalapeno Records) bisogna abbassare clamorosamente il volume del computer: i bassi potrebbero seriamente compromettere l'uso futuro della macchina. 
Esiste tuttavia una seconda opzione: collegare il terminale a due casse serie. Ecco, solo in questo caso, il volume sarebbe da alzare al massimo.
Una bombazza con una unica velleità: quella di devastare ogni electro-funk-dancefloor che si rispetti facendo saltare il didietro degli intervenuti (guardate QUA con i vostri occhi...). Dalla settimana prossima in rotazione nella nostra trasmissione radiofonica. Godetevi il video ufficiale qui sotto, una figata.

***Un grazie ad Anorak e Jalapeno per l'esclusiva***

Kraak & Smaak - Dynamite by Jalapeno Records


LOST IN THE SUPERMARKET

- Frequenze Fast review -

THE PHANTOM BAND
The Wants

chemikal underground
2010

Dopo il sorprendente debutto “Checkmate Savage” (2009), uno dei dischi dell’anno per noi ed anche per MOJO, gli scozzesi Phantom Band, tornano sul luogo del delitto perfetto con “The Wants” dopo sei mesi di immersione totale in un primordiale calderone costituito dai più disparati generi musicali. E fra testi di licantropi e vampiri, fra David Lynch e John Carpenter, fra kraut cosmico e rock alternativo, fra psichedelia e folk apocalittico, fra armonie R&B e doo-wop, e fra Nick Cave e i Can lasciano ancora sbalorditi. Li aspettiamo quanto prima in Italia.


THE GLIMMERS
Whomp That Sucker
gomma rec.
2010

Secondo DJ Magazine, i Glimmers sono il duo più avventuroso del mondo, le vere menti dietro cui si cela il successo altrui: partendo dal mash up, per poi passare al mischione raffinato di generi e finendo, in tempi non sospetti, con le escurioni cosmiche. Sempre in anticipo rispetto a chi ne ha tratto ispirazione e giovamento: Alkan, Soulwax e Lindstrom. Ma è conclamato: il sapersi vendere non è la loro miglior dote. Con Whomp That Sucker è la prima volta che incidono un disco fuori dalla loro etichetta e con l'apporto di Ray Mang (recentemente unitosi alla DFA) hanno partorito una collezione di tracce dance che gli stessi Glimmers ci descrivono: “come un disco dai beats superpotenti, synths analogici, bleeps, bassi ed effetti da suonare a martello (meglio se leggermente alterati) per apprezzarlo al top”. A voi quattro esempi concreti.


BEATRICE ANTOLINI
Bioy
urtovox
2010

Ho letto tante buone recensioni sul terzo album dell’Antolini, alcune addirittura esaltanti. La ragazza in effetti è da considerarsi in tutto e per tutto una mosca bianca nel panorama musicale italiano, dal vivo poi è una furia, e merita sempre attenzione. Con il terzo album si conferma sempre molto ispirata ma il passo successivo davvero determinante che mi sarei aspettato già da ora è un'altro: riuscire a trasporre il tutto in lingua madre. Per diversi motivi:
1) Album cosi all’estero si contano sulle dita di più mani e vantano produzioni mediamente migliori.
2) A meno che non siate figli di madrelingua o abbiate masticato un medio lungo ersasmus lascerei sempre perdere con l’inglese. Sul mercato internazionale una pronuncia scolastica è troppo penalizzante per risultare credibili. E in questo noi italiani siamo maestri.
3 ) Album in lingua inglese da ricordare prodotti in Italia non me ne vengono in mente.
4) Quasi mai la lingua italiana e il ritmo hanno partorito qualcosa di significativo.
E questa sarebbe una bella sfida alla portata di Beatrice.

06/11/10

CHINESE LESSON

- Frequenze Curiosity & Funnies -


Se non riesci a leggere allontanati dallo schermo e spingi con le dita ai lati degli occhi, come per imitare i cinesi.

05/11/10

CARIBOU - SWIM REMIX

- Frequenze News & Remixes -


Proprio alla vigilia dell'attesissima data bolognese vengo a conoscenza, con notevole e colpevole ritardo, di un album di remix per l'ultimo Caribou. L'album che sta lasciando dietro di se la traccia più profonda sulla strada per il 2011. In tutti i sensi. Lo ascolto con cautela, perchè ricontestualizzare l'astratto è compito difficile: si rischia il manierismo o peggio di risultare incomprensibili in un crescente feedback di "famolo strano". Ed in qualche caso è cosi vedi Walls e Altrice. Ma per fortuna la lancetta pende sul "più" grazie agli ottimi remix di Holden, Junior Boys, Nite Jewel e Koze.
Unica nota negativa: l'album dei remix esce solo come bonus disc in una nuova doppia edizione di Swim. Un bel modo per ringraziare chi il disco l'ha già comprato da un pezzo..........2 volte!

04/11/10

ANY DAY NOW

- Frequenze Book -

ANY DAY NOW
David Bowie The London Years 1947-1974
di Kevin Cann

Pubblicazione: Nov 2010
Formato: 280 x 230mm
Pagine: 336
Prezzo: £24.99
Word count: 140,000
Immagini: 850+

In concomitanza con una mostra personale allestita presso la Proud Camden di Londra dal 28 Ottobre al 5 Dicembre esce questo volume dall' alto impatto visivo che racconta cronologicamente l'ascesa di uno dei più formidabili artisti del nostro tempo, David Bowie, dalla sua nascita a Londra nel 1947 al culmine del suo successo nel 1974 grazie all'album Diamond Dogs e la successiva fuga dal Regno Unito. I suo ruolo di archivista per quasi vent'anni ha permesso all' autore e curatore Kevin Cann un accesso senza precedenti a fotografie estremamente rare e cimeli che, mixate ad interviste a un centinaio di amici e collaboratori di Bowie, permettono di svelare molti dei miti che hanno circondato la carriera del cantante inglese. Inoltre il manager di Bowie dal 1967 al 1970, Ken Pitt, ha contribuito al libro con la prefazione. Potete farvi un'idea più precisa sulla grandiosità dell'opera consultando la scheda della casa editrice Adelita.

02/11/10

CHI PUO' E CHI NON PUO'

- Frequenze video -



Bud Spencer Blues Explosion - Jam live @ Prodezze Fuori Area
Qui, sempre live, l'inedito "Sei più del minimo"
 
Ne approfitto per segnalare l'album dei Black Friday, progetto parallelo del chitarrista dei BSBE, Adriano Viterbini, insieme a Luca Sapio dei Quintorigo. Blues in purezza.
Gli appassionati godranno.
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