- Frequenze old school curiosity -
Millenovecentosessantanove.
Mick Jagger scrive ad
Andy Warhol (sopra la lettera originale - click per ingrandire) la lettera che ogni artista vorrebbe gli fosse scritta: "piena fiducia-fai tu-chiedimi tutti i soldi che vuoi". Il soggetto della missiva è la copertina di quello che dovrà essere il nuovo album dei Rolling Stones:
Sticky Fingers.
Warhol e i suoi collaboratori (
Billy Name e
John Pasche - inventore del famoso logo
Tongue & Lip) rispondono con i fatti.
Millenovecentosettantuno.
Esce
"Sticky Fingers".
Nella versione Lp originale, la zip dei jeans è apribile.
E' credenza popolare che il "coso" in primo piano sia quello di Mick Jagger. Sbagliato. Ad oggi non è ancora dato sapere chi fosse l'uomo dentro ai jeans. Tuttavia, i papabili proprietari del bacino incriminato possono fondamentalmente essere ricercati fra questi quattro: il modello preferito di Warhol, Joe D'Allessandro, l'allora compagno dell'artista, Jed Johnson, il suo gemello Jay e il designer e amico di Warhol stesso, Corey Tippin. Tutti posarono in quei giorni. Chi sia stato scelto veramente (le voci sono tante e tutte diverse), non è mai stato rivelato in maniera definitiva . Una delle tante possibili ipotesi contempla addirittura che non ci sia la stessa persona nelle tre diverse pose.
Non molti sanno che in Spagna la copertina fu censurata dal governo. Così gli Stones e l'etichetta di distribuzione spagnola, la Hispavox, decisero di sostituirla con una meno problematica:
Anche in Russia il trattamento fu analogo. Con la differenza che il cambio fu un pò meno drastico: foto simile, attributi maschili scomparsi, cerniera colorata di giallo e stella con falce e martello come bottone dei jeans. Scritte in cirillico.
Fuori onda:
Sticky Fingers fu il primo album che gli Stones fecero senza il fiato di una major (la Decca) sul collo. Uscì infatti autoprodotto dalla appena nata
Rolling Stones Records. Fortuna volle che proprio allora cominciò una stringa di ben 8 album consecutivi, in cui gli inglesi raggiunsero il n. 1 delle vendite in America.
Dal punto di vista uditivo trovo che la versione migliore di questo disco, alla faccia di tutti i re-masters, sia proprio
l'originale. Grezza come poche cose al mondo, d'accordo. Ma anche l'unica in grado di proporre il suono degli
Stones come veramente fosse (anche perchè masterizzata da loro stessi). Fra le altre, la re-mastered edition del
1994 elaborata dai tecnici della Virgin rimane forse la più concreta e al passo con il progresso tecnico e le esigenze dei consumatori più giovani: suoni uniformemente potenziati e nulla più (per fortuna). Rimango invece con un punto interrogativo davanti all'edizione
2009: tracce mega-pompate e super-compresse, con alti sparati e bassi per forza di cose segati a livelli di guardia. I lettori di questo blog dalle orecchie più rodate, se desiderano, possono confermare (o meno) questo mio dubbio.
Detto questo, se siete proprietari di uno dei tanti vinili originali del
1971 sappiate che, nella peggiore delle ipotesi, avete una banconota da
100 euro fra i vostri scaffali.
Rolling Stones - Wild Horses
(Acoustic)
Rolling Stones - Brown Sugar
(First Known Take)
Rolling Stones - Dead Flowers
(Acoustic)